vino piacentino e digitalizzazione
Per testare il livello di digitalizzazione raggiunto dal mondo vitivinicolo piacentino ho condotto una semplice e breve ricerca su internet, per verificare quante Aziende del comparto siano munite di un sito internet attivo e funzionante con un dominio proprio.
Ho svolto la ricerca nell’ultima settimana di febbraio 2016 trovando con semplici chiavi di ricerca su Google 110 siti web con dominio proprio di aziende vinicole ubicate nella provincia di Piacenza e li ho visitati tutti per verificarne le caratteristiche principali, catalogarle e metterle a confronto in termini numerici e percentuali.
La seguente ricerca non ha nessuna pretesa scientifica. Ad esempio il numero dei siti che ho individuato potrebbe essere incompleto e di certo non comprende le aziende che hanno scelto di avere una presenza sul web che non preveda il possesso di un sito proprio con dominio registrato di primo livello. Tuttavia il quadro generale che emerge mi sembra realistico rispetto allo stato dell’arte di vino piacentino e digitalizzazione.
Il Consorzio di Tutela dei vini DOC Colli Piacentini ci ha fornito il numero delle aziende certificatrici di vini doc della provincia (dati Valoritalia) che per l’anno 2015 risultano essere 187
Su 187 produttori piacentini di vino doc dunque, soltanto 110 pari al 58% hanno un sito web con dominio proprio. Ciò significa che il 42% delle aziende che producono vino doc nella provincia di Piacenza non ha un sito internet.
Questo primo dato che può sembrare sconfortante, deve tuttavia essere interpretato, in quanto l’offerta vinicola piacentina è molto diversificata e soprattutto sono ancora moltissimi i piccoli produttori che vinificano e commercializzano quantitativi di vino “confidenziali” per dirla alla francese.
Il vino doc certificato nel corso dell’anno 2015 ammonta a litri 18.568.200. Ben 12.800.000 litri pari al 69% del totale sono stati certificati dalle prime otto aziende classificate per volumi di vino doc prodotto nella provincia, e ben 9.800.000 litri pari al 53% del totale dalle sole prime tre aziende (Dati Valoritalia Piacenza)
Da questi dati emerge che il 31% della produzione rimanente è polverizzato su 179 aziende di dimensioni molto ridotte. Possiamo ipotizzare che le 77 aziende che hanno rinunciato ad avere un sito web con dominio proprio siano semplicemente troppo piccole per farlo, o più banalmente non abbiano interesse ad aprirne uno, riuscendo a collocare sul mercato tutto il vino prodotto in poco tempo ad una clientela consolidata.
La situazione è un po’ più controversa se consideriamo il secondo dato importante che ho isolato ponendomi una semplice domanda: quanti di questi 110 siti web di aziende vinicole piacentine sono mobile responsive, ovvero possono essere navigati agevolmente e senza problemi da dispositivi mobili come i telefoni cellulari?
La risposta è soltanto 42 pari al 22% di tutte le aziende certificatrici. Considerando che oramai quasi tutto il traffico su internet si sta spostando su questi dispositivi, questo dato assume una connotazione piuttosto sconfortante.
In un mondo sempre più globalizzato cercare di collocarsi sui mercati internazionali sembra essere una scelta obbligata. Quanti sono i produttori piacentini di vino con un sito web tradotto in lingue straniere? E qui emergono altri dati poco lusinghieri: soltanto 45 siti web hanno una versione in inglese pari al 24% dei produttori, 5 siti hanno una versione in tedesco pari al 2,65%, 2 siti web sono tradotti in cinese e soltanto uno in spagnolo, francese e svedese.
Viste queste premesse non possiamo stupirci se soltanto 16 aziende hanno un sistema integrato di e-commerce con pagamenti sicuri con carta di credito sul proprio sito aziendale.
E sono sempre 16 in tutto le aziende che hanno pubblicato dei video sul proprio sito.
Sono 31 i siti web con una sezione dedicata alle news o agli aggiornamenti che in alcuni rari casi, si configurano come veri blog aziendali, mentre soltanto 19 hanno un modulo dove inserire un indirizzo email per iscriversi alle newsletter aziendali.
Le cose sembrano andare un po’ meglio sul fronte dei social network. Ben 52 siti su 110 hanno un collegamento alla propria pagina Facebook, il 27,6% dei produttori piacentini. Percentuale probabilmente più alta se ipotizziamo che alcune delle aziende censite potrebbero avere una pagina Facebook anche se non l’hanno collegata al proprio sito, ed altre ancora che nemmeno hanno un sito web potrebbero invece aver deciso di aprire una pagina sul social per eccellenza.
Gli altri competitors seguono in effetti a distanza. Solo 14 siti hanno un collegamento con un account Twitter, 8 ad Instagram, 4 a Google+ e 2 a Pinterest.
Segue ora l’elenco dei 110 produttori di vino piacentino di cui ho trovato il sito web con dominio proprio.
AZIENDA AGRICOLA GAZZOLA MASSIMO
MARENGONI SILVIO, LINO E FLAVIO
Ovviamente sono gradite segnalazioni per completare la lista e sanare eventuali mancanze.
Alla luce di questi dati, Tu che opinione Ti sei fatto dello stato di avanzamento della digitalizzazione delle aziende piacentine produttrici di vino?
Lascia il Tuo commento.
Complimenti per l’articolo e ancor più per l’ottima ricerca svolta: crediamo possa essere un ottimo strumento e uno spunto di riflessione sia per tutte le aziende del comparto che per chi, come noi, si occupa di comunicazione e annovera tra i clienti diverse aziende vitivinicole del territorio.
In base alla nostra esperienza non possiamo fare altro che confermare l’esattezza di questi dati e provare a commentarli, in modo del tutto personale, naturalmente.
Il 58% di aziende con un dominio e un sito è un valore molto vicino alla media di altri settori commerciali, anche se ci si potrebbe aspettare qualcosa di più per il fatto che molte di queste aziende hanno avuto un recente cambio generazionale nella gestione.
E’ un valore che meriterebbe un approfondimento: sarebbe molto interessante, per esempio, conoscere il numero di accessi a questi siti e valutarne così l’efficienza e l’efficacia.
Il 22% di siti mobile responsive è decisamente bassa: denota un uso di strumenti web piuttosto datati e che non vengono aggiornati con costanza.
Non ci stupisce invece la bassa percentuale di e-commerce (8,5%), viste anche le difficoltà di spedizione del prodotto vino. Inoltre il cliente finale medio sempre più compra piccole quantità da più cantine, quindi preferisce il portale-enoteca all’acquisto dalla singola cantina. Incidono inoltre anche le politiche di prezzo dei prodotti online, secondo noi spesso in contrasto con le aspettative dell’utente.
Ci sembrano invece molto bassi tutti i valori che riguardano l’uso di video, news, newsletter e social. Sono strumenti ormai alla portata di tutti e, soprattutto, estremamente economici e funzionali: ci stupisce davvero questa mancanza di interesse o fiducia nei mezzi disponibili.
Renzo
MADE comunicazione
Grazie per il commento Renzo, Forse molti di questi nuovi strumenti non sono così facilmente accessibili come sembra, almeno in Italia, dove a volte è complicato avere persino una semplice connessione internet decente.
Ciao,
complimenti per il blog e per quest’ottimo lavoro di ricerca.
Credo che la situazione sia forse anche peggiore sul territorio italiano nel suo complesso.
Più che aggiungere dati o info (i tuoi sono esaurienti), scattano delle domande: come fare a stimolare una digitalizzazione più sistematica ed efficiente del comparto? Inoltre, è vero che molte cantine non hanno sufficienti volumi per giustificare un investimento in siti web o E-commerce, ma non sarebbe opportuno per ogni azienda del settore dedicare parte del budget a una presenza digitale? Anche in questo caso, come fare a stimolarle?
Saluti
Carlo
Complimenti!!!