Palazzo Italia

Visita ad Expo Milano 2015

Le aspettative

Le aspettative per questo Expo Milano 2015, evento di importanza mondiale, sono altissime, se ne parla da mesi, anzi da qualche anno e quindi decidiamo di andarci anche noi per verificare di persona e toccare con mano le mille meraviglie promesse. Vogliamo valutare dal vivo secondo il nostro gusto, dando anche dei voti per fare il verso a Tripadvisor, come va di moda di questi tempi.

Ed il primo impatto, ancora in autostrada, non è in verità dei più promettenti con una segnaletica confusionaria e poco precisa, tanto è vero che finiamo col parcheggiare in prossimità dell’ingresso situato dalla parte opposta di quello che avevamo scelto e pensato. Pazienza, ci armiamo di coraggio e percorriamo a piedi circa un chilometro solo per arrivare all’ingresso del sito espositivo. Ma su questo aspetto in verità eravamo preparati, che si debba camminare moltissimo lo abbiamo messo in programma, anche perché le dimensioni di questa Esposizione Universale sono davvero ciclopiche.

 

Il sito espositivo

Il sito si estende su di una superficie di 110 ettari con oltre un milione di metri quadrati di costruzioni, e vi partecipano 141 Paesi di tutto il mondo.

I padiglioni dei Paesi esteri si sviluppano l’ungo la grande via principale denominata decumano, come gli antichi romani chiamavano la via principale dei loro accampamenti militari che un po’ ovunque in Italia e non solo, sono poi divenuti col tempo vere e proprie città. E questo decumano è veramente lungo, dato che si estende per ben 1.500 (millecinquecento) metri e viene poi incrociato perpendicolarmente dal cardo lungo altri 350 (trecentocinquanta) metri dove sono invece ospitati i padiglioni del Paese ospitante, ovvero l’Italia.

Come è dunque facilmente intuibile a causa delle dimensioni, per visitare tutti i padiglioni ci vorrebbero diverse giornate, probabilmente un’intera settimana risulterebbe appena sufficiente. In una sola giornata, per quanto intensa e ben organizzata, abbiamo potuto visitare soltanto una quindicina di padiglioni, forse nemmeno il 10% di quanto disponibile. Abbiamo pertanto dovuto compiere delle scelte radicali e del tutto arbitrarie secondo le nostre inclinazioni personali. Quello che segue è un resoconto di quanto abbiamo visto e delle impressioni che ne abbiamo tratto.

 

Primo impatto

Frutta di plastica esposta lungo il Decumano
Frutta di plastica esposta lungo il Decumano

Entriamo dall’ingresso principale, quello da cui si accede provenendo dalla metropolitana tanto per capirci, e quando ci incamminiamo l’ungo il decumano il primo impatto ci regala emozioni contrastanti. Da una parte la piacevole sensazione di ordine, pulizia e partecipazione: la gente che vediamo camminare intorno a noi è veramente moltissima e tutto sembra funzionare alla perfezione. Anche troppo, forse, quasi da non crederci, quasi che non sia vero. Ed infatti, la seconda sensazione un po’ meno positiva, è quella di trovarci di fronte a qualcosa di grande ed importante ma molto, molto artefatto, direi quasi finto, come i fiori ed i prodotti alimentari di plastica esposti sulle bancarelle dislocate lungo tutto il decumano. Persino la riproduzione in dimensioni reali della Madonnina del Duomo di Milano collocata in mezzo ai padiglioni è stata realizzata in bronzo, e non rende giustizia all’originale in rame dorato dello scultore Giuseppe Perego.

 

Padiglione Brasile

Piante di Ananas
Piante di Ananas nel padiglione del Brasile

Il Brasile è il primo padiglione che visitiamo, attratti dalla rete di corde sulla quale è possibile arrampicarsi per attraversarlo. Oltre all’aspetto ludico siamo piacevolmente sorpresi dalle coltivazioni che troviamo sotto la rete: vere piante di caffè, di ananas, banane e molte altre specie provenienti dal paese della samba. Il tema sviluppato dal Brasile si intitola “Sfamare il mondo con soluzioni” ed è rappresentato plasticamente proprio dalla rete di corde, metafora di fluidità, decentramento e flessibilità, per fornire al mondo cibo in modo tecnologico e sostenibile. Dovendo dare un giudizio da 1 a 10, per noi il Brasile si merita un bel Voto: 8+

 

Padiglione Moldavia

Seconda tappa presso il più triste dei padiglioni che vedremo in tutta la giornata. In pratica è un banale bar a forma di mela tagliata, e senza nemmeno i prodotti tipici moldavi. Servono solo panini e vini italiani. Mestizia assoluta. Il tema proposto attraverso un televisore che mostra i balli del folclore popolare moldavo si intitola “Splenda la luce, l’energia del sole e della terra ed il cibo per l’umanità” Bocciati.
Voto: 4

 

Padiglione Cina

Figuranti CinesiQuesto padiglione avrebbe meritato una visita, ma ci siamo fatti scoraggiare dalla lunga coda al suo ingresso. Ci siamo limitati a raccogliere qualche informazione sul tema proposto: “Gratitudine e rispetto per il pianeta” con i progressi scientifici che potranno in futuro migliorare la produzione di cibo. S.V.

 

 

 

Padiglione Colombia

Anche per questa visita l’attesa è stata impegnativa: circa quarantacinque minuti. Ne è valsa comunque la pena. Abbiamo scoperto che in Colombia non ci sono le stagioni e le differenze climatiche sono determinate solo dall’altitudine. Il padiglione si sviluppa come un percorso in differenti stanze, una per ciascuna fascia climatica presente nel Paese. In ogni sala vengono proiettati dei video esplicativi per descrivere i paesaggi e le diverse produzioni agricole. Il tema sviluppato si intitola “naturalmente sostenibile
Voto: 7

 

Padiglione Olanda

Food Truck Olandesi
Food Truck Olandesi

Gli olandesi sono dei commercianti abilissimi, questo è un fatto noto da secoli. Ed anche ad Expo 2015 ne hanno dato prova tangibile. Lo spazio del loro padiglione è quasi interamente occupato da food truck che vendono all’aperto le loro specialità alimentari da mattino a sera. Metafora perfetta del loro primato: sono il secondo esportatore mondiale di cibo. Gli unici spazi coperti sono il ristorante, dove abbiamo mangiato ottimi hamburger, ed una piccola tenda dove viene presentato il tema scelto: “condividere, sviluppare, crescere, vivere.
Voto 7+

 

Tesori d’Italia (a cura di Vittorio Sgarbi)

San Giorgio e il Drago
Salvator Rosa (1615-1673)
San Giorgio e il Drago

Tra gli spazi espositivi più interessanti in assoluto, Tesori d’Italia è una mostra di opere d’arte curata da Vittorio Sgarbi ed allestita sopra al padiglione di Eataly il mega-ristorante di Oscar Farinetti che offre piatti regionali da tutte le regioni d’Italia. La mostra conta 350 opere d’arte da Tiziano a Gaetano Pesce ed è stata allestita per celebrare la biodiversità culturale dell’Italia che, giova ricordarlo, detiene il 70% del patrimonio artistico del mondo intero.
Voto: 10

 

 

 

 

Padiglione Mexico

La coda per accedere al padiglione del Messico è tollerabile e piuttosto rapida. L’architettura si ispira ad una grande pannocchia di mais e si sviluppa su più livelli, ben 11, sino a raggiungere in cima il ristorante “Bèsame Mucho”. La fontana di acqua e luci e ben due alberi della vita rappresentano allegorie del tema scelto: “Risorse naturali e biodiversità per una produzione alimentare sostenibile.
Voto: 7

 

Padiglione Ungheria

All’ingresso di questo padiglione è possibile gustare gratuitamente l’ottima acqua termale ungherese simbolo del paese e del tema scelto: “dalla fonte più pura”. La struttura si ispira all’arca di Noè e si sviluppa su tre livelli con diverse rievocazioni del paesaggio e della vita rurale ungherese. Sul tetto è stato realizzato un giardino a cielo aperto e sulle aree verdi esterne sono coltivate frutta, verdura ed erbe medicinali. Nel cuore del padiglione un pianoforte ed un palco dove diversi artisti si esibiscono tutto il giorno in balli e musiche tradizionali.
Voto: 6+

 

Padiglione Romania

L’accesso principale al padiglione dovrebbe rievocare il flauto di Pan. Almeno secondo le intenzioni dei Rumeni che lo hanno progettato. Il tema scelto si intitola. “In armonia con la natura” per celebrare la coesistenza di biodiversità, agricoltura, folklore ed ospitalità. Il tutto si sviluppa su tre livelli. Al pian terreno le bellezze naturali, al piano primo la riproduzione di una tipica casa di un villaggio sul Danubio ed al piano secondo l’immancabile ristorante.
Voto: 5

 

Padiglione Tematico Future Food District

 Si tratta di un’area tematica realizzata in collaborazione con Coop Italia e che ospita il supermercato del futuro, caratterizzato da una catena alimentare più etica e trasparente, resa possibile dalle nuove tecnologie.
Voto: 6

 

Insetti commestibili

Insetti commestibili
Insetti commestibili

Di grande interesse e fascino anche lo spazio dedicato agli insetti commestibili ed al progetto Edible Insects della Società Umanitaria. Sono 1900 le specie di insetti commestibili di cui già oggi si cibano circa due miliardi di esseri umani. Gli insetti sono un’efficiente e sostenibile fonte di proteine sia per l’alimentazione umana sia per i mangimi da allevamento. A parità di mangime consumato gli insetti producono più proteine dei normali animali da allevamento, e con un impatto ambientale notevolmente inferiore. Larve di bambù, larve della farina, larve giganti al cioccolato, vodka allo scorpione, cavallette, coleotteri, tarantole arrostite: sono alcuni degli insetti commestibili già oggi in commercio. Mangiare insetti potrebbe essere una soluzione concreta per nutrire il pianeta e salvare l’umanità in un futuro molto più vicino di quanto si possa comunemente pensare.
Voto: 7

 

Padiglione Italia

Per la verità si intende in questo caso un insieme di padiglioni, tutti quelli edificati lungo il cardo, la seconda grande via di 350 (trecentocinquanta) metri che taglia perpendicolarmente il decumano. Questo insieme di costruzioni occupa un’area di circa 14.000 metri quadrati e comprende anche la Lake Arena al centro della quale è stato eretto il simbolo di questa Esposizione Universale: l’Albero della vita costruito con legno e acciaio ed alto 37 metri.

 

Palazzo Italia

Palazzo Italia
Palazzo Italia

Se l’albero della vita è il simbolo, Palazzo Italia è il cuore del Padiglione Italia. In questo orribile edifico, almeno dal punto di vista estetico, attraverso la collaborazione di tutte le regioni della penisola sono raccontate le quattro potenze del Bel Paese. Attenzione però, mettete in conto che per accedere a Palazzo Italia dovrete sorbirvi un’interminabile coda di oltre un’ora e trenta minuti.
La potenza del saper fare con le storie di 21 imprenditori di successo.

La potenza della bellezza riassunta da 21 panorami mozzafiato e 21 capolavori architettonici distribuiti su tutta la penisola.

La potenza del limite rappresentata dalle storie di 21 imprese agricole capaci di esprimere l’eccellenza delle nostre produzioni agroalimentari pur operando in circostanze proibitive per la conformazione dei terreni, dove ad esempio la meccanizzazione non è possibile.

La potenza del futuro. La sezione più interessante dove vengono presentate 21 soluzioni tecnologiche per l’agricoltura del futuro. Abbiamo così scoperto come saranno coltivati i pomodori su marte, come i droni coadiuveranno sui campi il lavoro degli agronomi, come si potranno ottenere dei funghi dai fondi di caffè, come potremo rendere più efficiente l’uso dell’energia solare imitando le piante, come potremo ottenere plastica biodegradabile da materiali organici, come cureremo patologie oculari con lo zafferano ed altro ancora.

Palazzo Italia merita nel complesso un voto positivo, anche se sinceramente credo si potesse fare qualcosa in più.
Voto: 7-

 

Padiglione VinItaly

Usciti da palazzo Italia siamo andati alla scoperta di alcuni degli altri padiglioni edificati lungo il cardo. Ovviamente non potevamo esimerci dal dedicarci al padiglione allestito dalla più importante fiera italiana su vino: il Vinitaly. Qui le opportunità sono davvero molte, a pagamento si possono degustare vini provenienti da ogni angolo della penisola andando alla scoperta degli oltre 593 vitigni autoctoni italiani, patrimonio di biodiversità unico al mondo. Mentre gratuitamente è possibile vivere un esperienza sensoriale olfattiva annusando i più diversi sentori tipici dei vini più diffusi o scoprire le più diffuse sfumature cromatiche caratteristiche delle varie tipologie di vino.
Voto: 7

 

Padiglione Piacenza

Piazzetta Piacenza
Piazzetta Piacenza

Anche la città e la provincia di Piacenza hanno deciso di essere presenti con un loro padiglione permanente. Scelta coraggiosa ed apprezzabile, peccato per la scelta architettonica del piccolo padiglione che in bruttezza ha poco da invidiare al più grande palazzo Italia. Qui viene davvero da interrogarsi. Un tempo l’Italia era ammirata per l’abilità ed il genio dei suoi architetti. Chiese e palazzi magnifici sono stati edificati in ogni epoca, è mai possibile che proprio per l’Esposizione Universale si dovesse dare una così triste e mediocre immagine del nostro Paese con padiglioni inquietanti per la loro mostruosità? Comunque sia, nel caso di Piazzetta Piacenza, così è stato chiamato il padiglione piacentino, nelle intenzioni dei giovani architetti che lo hanno progettato, l’orrendo cubo di cemento che sovrasta lo spazio espositivo dovrebbe rappresentare le stratificazioni geologiche del territorio. Durante i sei mesi dell’esposizione poi, ben 18 associazioni di categoria del sistema economico piacentino si alterneranno per promuovere e far conoscere il territorio. Nulla da dire per l’impegno e la buona volontà, molte perplessità per i risultati d’immagine, francamente deludenti.
Voto: 5

 

Padiglione Austria

Bosco austriaco
Bosco austriaco

Quello dell’Austria è uno dei padiglioni che abbiamo maggiormente apprezzato. Al suo interno è stato riprodotta un vero bosco con veri alberi. Dopo tante immagini virtuali, imbattersi in qualcosa di autentico e reale è stato veramente piacevole. Il tema scelto dagli austriaci è quello dell’aria, pensato come il primo e più importante elemento per nutrire il pianeta. Nei 560 metri quadrati di bosco ci sono circa sessanta alberi e ben dodicimila piante che producono ogni ora 62 kg di ossigeno assorbendo 90 kg di anidride carbonica ogni giorno.
Voto: 9

 

Padiglione USA

Fattoria verticale USA
Fattoria verticale USA

La struttura si ispira ad un tradizionale granaio americano e si sviluppa su più livelli, ma il vero elemento caratteristico di questo padiglione è l’originale fattoria verticale realizzata sulle pareti esterne con vere piante che durante tutto il periodo di Expo saranno coltivate ed il cui raccolto quotidiano farà parte integrante dell’esposizione.
Voto: 6+

 

 

 

Casa Don Bosco

Casa Don Bosco
Casa Don Bosco

In occasione del bicentenario dalla nascita del celebre sacerdote che cade il 16 agosto 2015, Casa Don Bosco ha voluto essere presente a questa Esposizione Universale con un proprio padiglione costruito in legno ed altri materiali riciclabili. Al suo interno per tutto il periodo della manifestazione si terranno conferenze, incontri e laboratori ispirati al messaggio del sacerdote, che vide nell’istruzione dei più giovani lo strumento per cambiare il mondo.
Voto: 8

 

Padiglione Russia

Pelmeni con Smetana
Pelmeni con Smetana

L’architettura si ispira agli infiniti spazi ed agli sconfinati paesaggi della grande Russia, con uso prevalente del legno simbolo delle grandi foreste. Il tema scelto è invece la sicurezza alimentare condensata nello slogan “Crescere per il mondo. Coltivare per il futuro” dove la Russia si propone di sfamare se stessa ed anche le altre popolazioni della terra facendo ricorso alle sue grandi superfici, alle sue tecnologie alimentari ed alle risorse naturali di cui il paese è ricco. Noi abbiamo voluto testare direttamente la cucina tradizionale russa cenando nel loro ristorante. Esperienza positiva.Voto: 7+

 

Padiglione Oman

Raccolto Omanita
Abbondante raccolto Omanita

Entrando in questo padiglione si ha un po’ la sensazione di essere a Gardaland con manichini e statue colorate che riproducono scene di vita agricola ed i paesaggi più caratteristici del paese. Particolare attenzione è dedicata all’acqua e ai diversi sistemi utilizzati in Oman per catturare sino all’ultima goccia e trasportare il liquido vitale in ogni villaggio e città.
Voto: 6
 

 

 

Padiglione Zero

Ubicato all’ingresso dell’esposizione, lo abbiamo visitato per ultimo, sulla via del ritorno per evitare le lunghe code. Al suo interno è stata allestita una ricostruzione della storia dell’umanità e del suo rapporto con il cibo. Molto scenografico.
 Voto: 7

Conclusioni

Dovendo trarre delle conclusioni alla fine della nostra visita a Milano Expo 2015, l’impressione generale è positiva, tuttavia ci sembra che il tema conduttore dell’esposizione “nutrire il pianeta energia per la vita” sia stato relativamente approfondito, e che il tutto abbia assunto le sembianze di una grande fiera di promozione turistica dove ogni Paese ha cercato di mettere in mostra il meglio di sé.
Voto finale: 7

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